L’estate appena trascorsa si è caratterizzata per le insolite, numerose e prolungate ondate di calore che, oltre a spossare gli esseri umani, hanno affaticato – e talvolta bruciato – le coltivazioni.
Inoltre dalla Sicilia alla Puglia la siccità così prolungata ha posto produttori e agronomi dinnanzi a diversi problemi da dover gestire. Non solo scottature della vegetazione e delle bacche, dunque, ma anche una forte riduzione dei livelli di acqua nelle falde.
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Quest’ultimo punto, in alcuni casi, ha generato anche un aumento della salinità delle acque: per una maggiore concentrazione di sali e per la risalita delle acque salmastre nella falda. Peggiorando così la qualità delle acque usate per l’irrigazione.
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Le foto che vedete mostrano i vigneti danneggiati da questo fenomeno e sono state scattate dall’agronomo Maurizio Simone all’interno di alcune aziende agricole del Nord-barese.
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Facile immaginare come questo tipo di fenomeni possa essere sempre più frequente in futuro, spingendo necessariamente viticoltori e tecnici a mettere in atto nuove strategie per proteggere il prodotto. Oltre a gestire in modo più razionale l’irrigazione e allontanare l’apparato vegetativo dal telo, sarebbe opportuno offrire vie di fuga all’aria calda per evitare che si concentri nella porzione di spazio che va dal telo alla vegetazione.
A tal proposito l’azienda Berardi, ad esempio, ha progettato un sistema di copertura dei vigneti dotato di un “camino” sulla fila (ultima foto in basso). Consentendo la fuoriuscita dell’aria calda, questo sistema determina un apprezzabile abbassamento di temperatura nel vigneto, vantaggioso per la vegetazione e il prodotto.
Autore: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com
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